Partirà da Torino la "prima telefonata quantistica".
Entro la fine dell’anno, o al massimo all’inizio del prossimo, un ricercatore torinese alzerà il telefono e parlerà con un collega di Firenze. Non sarà una chiamata come tutte le altre, perché sarà “quantistica”. Verrà eseguita utilizzando la fibra ottica, senza però inviare i fotoni in fasci bensì singolarmente. La differenza? “Sarà impossibile intercettarla”, sintetizza Ivo Degiovanni, ricercatore dell’Inrim, l’Istituto nazionale di ricerca metrologica di Torino. I laboratori di strada delle Caccie stanno infatti contribuendo alla creazione della prima “Dorsale quantistica italiana”.
È un sistema di comunicazione basato su un nuovo concetto della fisica contemporanea chiamato “entanglement”: “Il primo a immaginarlo è stato Einstein, ma lui stesso riteneva che fosse troppo pazzesco”, riassume Tommaso Calarco, scienziato dell’Università di Ulm. Lui lo spiega così: “Tutti gli strumenti che usiamo oggi, come ad esempio i nostri cellulari, utilizzano milioni di elettroni o fotoni. Qui si tratta di comunicare usando un solo elettrone o un solo fotone”.
Il genio tedesco non pensava che l’uomo sarebbe mai riuscito a sfruttare particelle così piccole, invece grazie all’evoluzione della meccanica quantistica ci è riuscito. L’Inrim vuole far leva su questa innovazione per creare, assieme alle imprese Id Quantique (Svizzera) e Telsy (Torino), un sistema di comunicazione crittografato: “La nostra telefonata sarà sicura in modo assoluto, perché il singolo elemento quantistico è così fragile che se venisse ascoltato da qualcun altro scomparirebbe”, racconta Degiovanni.
È l’inizio di un percorso di ricerca che consentirà a stati, eserciti, banche e grandi imprese di comunicare in modo del tutto sicuro. La Cina e gli Usa hanno già avviato progetti di questo tipo, ma molto più in grande. L’esperimento italiano, che aspira a collegare Torino a Matera, è però in fase più avanzata. Riguarda però solo una delle tecnologie che in futuro saranno rese possibili dalla meccanica quantistica. Grazie a questi concetti sarà possibile creare sensori in grado di raggiungere precisioni estreme e misurazioni di accuratezza mai vista.
La Commissione Europea ci crede moltissimo, tanto che martedì annuncerà di volerci investire un miliardo nei prossimi dieci anni. Massimo Inguscio, presidente del Cnr, è convinto che sia la strada giusta: “L’Italia ha la volontà politica e la capacità di assumere un ruolo guida tra i paesi con una forte attività di eccellenza scientifica nel campo delle tecnologie quantistiche già a partire da questa fase preparatoria”. Insomma, la sfida sta per partire e pure Torino farà la sua parte.