Il grosso guaio degli antibiotici
Cosa comporta davvero l’assunzione di antibiotici?
Gli antibiotici sono tra i farmaci più prescritti al mondo, eppure da tempo esiste la prova di quanto tale consuetudine possa rivelarsi dannosa per un organismo. Assumerne grandi quantità, non di rado a sproposito, ed ingerirli indirettamente mediante il cibo, sta comportando effetti collaterali molto gravi e pericolosi per la salute delle persone. Vi sono casi in cui gli antibiotici possono salvare la vita, se assunti con cognizione di causa, però il passaggio da un uso specifico ed occasionale ad un ampio uso di routine, a volte addirittura come misura di ‘prevenzione’, tanto nell’uomo che negli animali, è una cosa dissennata e pericolosa.
Antibiotici come farmaci da prescrizione
Oggigiorno la gente sembra non tollerare più i tempi fisiologici di guarigione naturale dell’organismo. Non appena si manifesta un raffreddore o una infezione, il primo obiettivo è che scompaiano all’istante, ad ogni costo! Anche al costo di un sollievo immediato in cambio di un quadro generale medico compromesso.
L’intera lunghezza del nostro apparato digerente – infatti – è rivestita con uno strato di batteri che fornisce una barriera naturale contro agenti patogeni, alimenti non ben digeriti, tossine e parassiti. Se questo ‘rivestimento’ (barriera della mucosa) viene danneggiato, ebbene …. possiamo immaginare che non sia una cosa positiva!
Tali batteri benefici che proteggono le nostre pareti intestinali si attivano contro i microrganismi patogeni invasivi tramite la produzione endogena di sostanze simili agli antibiotici, anti-fungine, ed anti-virali. E’ in questo modo che il nostro sistema immunitario contrasta in modo appropriato gli ‘invasori.’ La nostra flora batterica, quando è sana, ha una ottima capacità di neutralizzare le sostanze tossiche presenti nel nostro cibo e diffuse nello ambiente, agendo da fattore chelante in relazione ai metalli pesanti ed altri veleni. Ripeto: tutto ciò è possibile solo quando la nostra ‘barriera’ è intatta e in salute. Mentre quando la flora intestinale cessa di funzionare a dovere, la parete intestinale non solo diventa indifesa, ma anche malnutrita.
La varietà di funzioni e il ruolo essenziale ricoperto da una mucosa intestinale funzionante, ospitante una flora intestinale sana, fanno di essa uno dei fattori determinanti della nostra buona salute. Semplicemente non è possibile stare bene in assenza di un sano sistema digestivo.
Oggi, il problema è che la maggior parte delle persone si ritrova ad avere una flora intestinale danneggiata, a causa proprio degli antibiotici!
La dottoressa Natasha Campbell McBride ci offre una sintesi ben documentata degli effetti disastrosi che la assunzione scriteriata di antibiotici comporta sulla nostra salute: gli antibiotici distruggono molti batteri benefici agenti nel corpo umano, presenti non solo nell’intestino, ma anche in altri organi e tessuti. Gli antibiotici possono causare una mutazione in batteri, virus e funghi, tramutandoli da benigni in patogeni, ed inducenoli quindi ad invadere i tessuti e causare malattie.
La loro frequente assunzione rende i batteri via via sempre più resistenti agli antibiotici stessi; il che fa si che ad ogni nuovo problema si debbano assumere antibiotici più potenti per contrastare questi nuovi batteri mutati. Un buon esempio di quanto detto è riscontrabile nella tubercolosi, in cui l’ampio ricorso agli antibiotici ha finito per sviluppare nuove varietà di Mycobacterium tuberculosis resistenti a tutti gli antibiotici esistenti.
Gli antibiotici comportano un effetto dannoso sul sistema immunitario, rendendoci più vulnerabili alle infezioni, cosa che conduce ad assumere ulteriori antibiotici, che ci espongono ad un maggior numero di infezioni. Dato che i bambini vengono al mondo con una flora intestinale sterile, accade che la madre ‘scarichi’ la propria flora intestinale nel bambino mediante l’allattamento al seno. Non c’è da stupirsi sul perché oggi le patologie del sistema digerente siano in aumento e peggioramento, date le pessime condizioni dell’intestino delle mamme in allattamento.
Penicilline
Le penicilline e gli altri antibiotici con nomi che finiscono in ‘-cillina’ provocano effetti dannosi sui nostri principali gruppi di batteri residenti: lactobacilli e bifidobatteri. Questo gruppo di antibiotici fa si che i batteri che normalmente si trovano solo nelle viscere, si diano a viaggiare lungo l’intestino; tutto ciò predispone il corpo a sviluppare la sindrome dell’intestino irritabile ed altri disturbi digestivi.
Tetracicline
Tetracicline e altri antibiotici con nomi che finiscono in ‘-ciclina’ hanno un particolare effetto tossico sulla parete dell’intestino, alterando la struttura delle proteine nelle membrane mucose, e rendendolo vulnerabile alla invasione di microbi patogeni. Inoltre allertano il sistema immunitario ad attaccare le proteine modificate, e possono causare una reazione autoimmune da parte dell’organismo contro il suo proprio intestino. Infine stimolano la crescita di agenti patogeni quali candide, stafilococchi e clostridi.
Aminoglicosidi
Gli aminoglicosidi (gentamicina, kanamicina, eritromicina), devastano i batteri che contrastano la E. coli e gli enterococchi. Un trattamento prolungato con questo tipo di antibiotici è in grado di eliminare del tutto tali batteri benefici dal sistema digestivo, lasciando campo aperto alla invasione di microbi patogeni come la E. coli.
Antibiotici negli alimenti
Il problema della eccessiva somministrazione di antibiotici in realtà è cresciuto in modo spropositato in quanto non dipende solo dalla assunzione di farmaci da prescrizione, ma purtroppo anche dalla loro presenza in un gran numero di alimenti consumati in ogni parte del mondo. Tutto ciò fa si che fin dalla nascita siamo esposti indirettamente agli effetti deleteri degli antibiotici.
Al bestiame di moltissimi allevamenti vengono somministrati abitualmente antibiotici. Tutto ciò fa si che quando ci nutriamo con alimenti realizzati usando bestiame d’allevamento (carne, latte, uova) indirettamente anche noi finiamo per assumere una dose costante di antibiotici e batteri resistenti agli antibiotici sviluppati dagli animali, i quali producono tossine.
Molti grandi produttori di carne e pollame aggiungono antibiotici ai mangimi di bestie sane semplicemente per compensare gli effetti del sovraffollamento e della scarsa igiene, oltre che per promuovere una crescita più rapida. Ogni anno, quasi 30 milioni di chili di antibiotici sono venduti per l’impiego in ambito di allevamento del bestiame, e fino al 70 per cento di tutti gli antibiotici venduti negli USA è destinato ad essere assunto da animali sani.
Antibiotici sono presenti in pesci e crostacei d’allevamento, così come in molta frutta, verdura, cereali, legumi, noci, che vengono spruzzati con antibiotici allo scopo di prevenire eventuali patologie.
Detergenti antibatterici
“I germi non causano la malattia! La natura non si è mai sognata di circondare le proprie creature di nemici invisibili. E’ invece spesso l’individuo che rende possibile lo sviluppo di una malattia nel proprio organismo a causa delle cattive abitudini di vita. Dovremmo capire che i germi in realtà sono spazzini benigni attrattidalla malattia, piuttosto che organismi che causano la malattia. La teoria dei germi e quella delle vaccinazioni sono prodotti del consumismo.”
Dr. Robert R. Gross
Nei tempi moderni si è sviluppata la comune convinzione che qualsiasi cosa debba essere disinfettata e sterilizzata. Eppure numerosi studi hanno dimostrato che un uso costante di prodotti disinfettanti convenzionali e saponi antibatterici uccide anche i batteri benefici che hanno come scopo quello di proteggerci dalle malattie.
Fatti concreti e soluzioni per un imminente pericolo globale.
Il dott. Thomas Frieden, direttore del Center for Disease Control and Prevention, di recente ha reso note le statistiche in merito ai nuovi batteri resistenti ai farmaci, indicati anche con l’acronimo CRE (carbapenem-resistant Enterobacteriaceae). La relazione è spaventosa.
Le istituzioni sanitarie di 42 diversi stati hanno già identificato almeno un caso di CRE. Il verificarsi di tale resistenza nella famiglia globale dei batteri è cresciuta di 4 volte in 10 anni.
All’interno delle reti del CDC, il 4,6 per cento degli ospedali ed il 17,8 per cento delle strutture di assistenza a lungo termine hanno diagnosticato casi di CRE nella prima metà del 2012.
La Chief Medical Officer del Regno Unito, prof. Dame Sally Davies ha pubblicato un rapporto in cui definisce la CRE ‘una minaccia catastrofica’, un serio rischio per la stessa sicurezza nazionale. Conclude asserendo che se la ‘resistenza’ non sarà arrestata “… ci ritroveremo con un sistema sanitario simile a quello vigente nei primi anni del 19° secolo”, in cui trapianti di organi, chemioterapie, protesi articolari e addirittura piccoli interventi chirurgici torneranno a costituire un rischio mortale.
Nel marzo del 2012 è stato pubblicato un rapporto che traccia un legame tra i batteri del pollo e le infezioni del tratto urinario resistenti agli antibiotici (IVU). La scorsa estate la storia ha guadagnato maggiore rilievo dopo il rilascio di uno studio correlato che ha provato come nei polli siano presenti livelli molto elevati di E. coli resistente agli antibiotici; circa l’85 per cento delle infezioni UTI proverrebbero da questo ceppo della E. Coli.
Un altro studio pubblicato in Germania conclude che il batterio meticillino-resistente Staphylococcus aureus (MRSA) si riscontri raramente nei suini allevati senza somministrazione di antibiotici. Allo stesso modo, gli agricoltori che vivono e lavorano a contatto con maiali non sottoposti ad antibiotici hanno minori probabilità di sviluppare il ceppo di MRSA (comunemente associato agli agricoltori che lavorano a contatto con suini allevati con antibiotici). Il MRSA è uno dei più noti super-batteri resistenti ai farmaci, e solo in territorio statunitense è responsabile annualmente di circa 19.000 decessi e 360.000 ricoveri ospedalieri.
Nel settembre del 2012 i ricercatori della Stanford University hanno concluso che i consumatori di carne e pollame allevato senza antibiotici hanno una probabilità di contrarre infezioni resistenti agli antibiotici del 33% inferiore rispetto a coloro che mangiano prodotti derivanti da allevamenti ‘tradizionali.’
Ciò detto, come ci si può opporre attivamente all’aggravamento del pericolo?
Smettendo di assumere antibiotici ai primi sintomi di infezione e scegliendo antibiotici naturali che sono efficaci, sicuri e potenti, ma non presentano effetti collaterali. Io uso la propoli grezza, l’estratto di semi di pompelmo, l’olio di origano, la Echinacea, il miele di Manuka. Quando si presenti la oggettiva necessità di assumere un ciclo di antibiotici farmaceutici, è necessario sempre sostenersi con un ciclo di pro-biotici per contrastare gli effetti negativi della cura, e mantenere una sana flora intestinale.
Comprando e mangiando solo uova, latticini e carne biologica provenienti da allevamenti in cui non si faccia uso di antibiotici (questi elementi sono riportati sempre più spesso sulle etichette dei prodotti).
Usando per la pulizia sia del nostro corpo che degli ambienti domestici detergenti naturali, ed evitando saponi antibatterici, così come prodotti chimici tossici.
Vivendo una vita sana, mangiando qualsiasi tipo di cibo e assumendoci la responsabilità della nostra salute, così da non finire in ospedali e strutture di assistenza a lungo termine, le quali sono più esposte al rischio di contrarre una serie di patologie senza fine.
Fonte: pianetablunews
Articolo in lingua inglese, tratto dal sito Waking Times - http://www.wakingtimes.com/2013/04/05/what-really-happens-when-you-take-antibiotics/
Traduzione a cura di Anticorpi.info - Tratto da: Il Grosso Guaio degli Antibiotici | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2013/04/08/il-grosso-guaio-degli-antibiotici/#ixzz2PwMtFHlC
Nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!