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Tao Magazine

7 sintomi sorprendenti del Parkinson

Tra le patologie definite “Disordini del Movimento”, il Parkinson è la più frequente con circa 5 milioni di casi al mondo, di cui 400.000 solo in Italia, colpendo maggiormente la fascia della mezza età. Si tratta di una malattia neurodegenerativa che interessa le aree profonde del cervello (gangli della base) che partecipano all’esecuzione corretta dei movimenti. La produzione di dopamina (neurotrasmettitore coinvolto nella funzione dell’umore, processo decisionale e movimento) cala consistentemente a causa della degenerazione di neuroni, e dal midollo inizia a comparire una proteina (alfasinucleina) che diffonde la malattia in tutto il cervello.

Sebbene le cause del Parkinson non siano ancora definite, molteplici fattori contribuiscono al suo sviluppo. Tra questi fattori, sono stati individuati la genetica (i familiari di malati parkinsoniani rischiano di manifestare questa malattia in maniera più elevata rispetto ad altri soggetti), l’esposizione a tossine chimiche (rilasciate da pesticidi e trielina) e a metalli pesanti (rame, zinco, ferro).

Contrariamente alle cause, i sintomi sono invece noti da addirittura migliaia di anni. Infatti, sarebbe stato trovato uno scritto indiano del 5.000 A.C. che descrive la malattia e un altro ancora in Cina risalente a 2.500 anni fa. Il nome della malattia è riconducibile ad un farmacista-chirurgo inglese del XIX secolo, James Parkinson, il quale registrò i sintomi della malattia in un libretto intitolato, “Trattato sulla paralisi agitante”.

Nonostante il tremore a riposo sia uno tra i sintomi principali, non è sempre presente in tutti i pazienti e, in ogni caso, quando si manifesta la patologia è già in fase avanzata. Anche disturbi motori come rigidità nei muscoli, lentezza nei movimenti, e disturbo dell’equilibrio indicano che almeno il 60% delle cellule dopaminergiche del cervello sono già degenerate.

Per diagnosticare il Parkinson in fase pre-sintomatica è fondamentale prestare attenzione a tutti i segnali e prendere in considerazione altri sintomi motori e non-motori per identificare correttamente i soggetti a rischio di sviluppare la malattia.

Altri sintomi motori meno ovvi sono la voce (perdita di tonalità o accelerazione dell’emissione di suoni o balbuzie), la deglutizione compromessa (difficoltà nello spingere cibo o liquidi dalla bocca all’esofago) ed eccessiva saliva in bocca (dovuta alla deglutizione e risultante in perdita di saliva).

Ma i fenomeni non-motori più sorprendenti che possono esordire anni prima della comparsa dei sintomi motori sono:

  • Il deficit olfattivo: ovvero, l’incapacità di avvertire odori in maniera parziale o totale (iposmia o anosmia). Questa disfunzione rimane nel tempo e non sembra variare con la terapia di tipo farmacologico.
  • I disturbi del sonno: come insonnia, gambe senza riposo, e sonnolenza diurna. Ci sono inoltre disturbi comportamentali nella fase REM (Rapid Eye Movement) chiamati REM Behavioural Disorder (RBD) che possono manifestarsi in maniera violenta con urli, calci e pugni durante il sonno. Rappresentano uno dei marker predittivi più importanti della malattia di Parkinson: circa il 60% dei pazienti con disturbo comportamentale in sonno REM, infatti, sviluppa la patologia entro 10-12 anni.
  • I problemi cutanei e sudorazione: cute secca o seborroica e manifestazioni di ridotta o profusa sudorazione nella parte superiore del corpo.
  • I disturbi dell’umore: come la depressione, l’apatia, l’indifferenza emotiva, l’ansia, l’apprensione, la paura e i disturbi comportamentali ossessivi compulsivi.
  • I disturbi delle articolazioni: la pressione arteriosa può essere cambiata e può manifestarsi con episodi dolorosi di ipotensione o ipertensione a seconda della posizione assunta.
  • I disturbi urinari: l’aumento della frequenza minzionale si verifica perché la vescica non si svuota completamente o perché lo stimolo avviene anche quando la vescica non è piena.
  • Le disfunzioni sessuali: il desiderio sessuale può ridursi o aumentare.

Se uno o più di questi sintomi sono presenti è obbligatorio rivolgersi al medico per prevenire o rallentare la malattia. La conferma della diagnosi può arrivare da esami specifici come la SPECT (Tomografia Computerizzata ad Emissione Singola di Fotoni).

Al momento, le cure disponibili sono di tipo farmacologico, ma l’uso aggiuntivo di ultrasuoni focalizzati della Risonanza Magnetica e la Deep Brain Stimulation (DBS) si è dimostrato incoraggiante per trattare il tremore e stimolare il cervello.

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